“Il nostro pianeta sta bruciando”
È con questa notizia che vado a dormire e mi alzo da qualche giorno a questa parte, è con questa ansia che siamo costretti a vivere oggigiorno.
Qualche settimana fa sono uscite ulteriori notizie scandalo sulla drammatica situazione ambientale che sta caratterizzando il ventunesimo secolo, che si sta rivelando terrificante per quanto riguarda i cambiamenti climatici e l’inquinamento globale.
Cosa stiamo facendo al nostro pianeta, perché stiamo maltrattando così tanto la natura?
Facciamo una breve panoramica sugli ultimi eventi:
- La Groenlandia ed i ghiacciai si stanno sciogliendo a ritmi sostenuti
- La Siberia e la Groenlandia bruciano, le fiamme sono a circa 150 km dal Polo Nord
- L’Amazzonia, il polmone verde del mondo, brucia
La NASA ha pubblicato una foto degli incendi, visibili persino dallo spazio: immagine toccante, ma ancora più scioccante è ciò che è dietro a questa foto: gli scienziati hanno dichiarato, da tempo, che solo in Brasile sono attivi 40mila fuochi.
Secondo la Fao, ogni anno brucia tra il 3 ed il 4% della superficie terrestre; i fuochi sono, chiaramente, intensificati dal cambiamento climatico, ma si tratta di un ciclo chiuso, in quanto i fuochi aumentano a loro volta il cambiamento climatico: gli incendi liberano CO2 (solo nei primi 18 giorni di Agosto, gli incendi hanno liberato 42 milioni di tonnellate di diossido di carbonio) e gli alberi diminuiscono, di conseguenza non riescono ad assorbire i gas serra prodotti, che vanno a finire direttamente nell’atmosfera.
L’Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ha pubblicato sul suo sito un’analisi sulla situazione di emergenza che stiamo vivendo.
«Oltre 5 milioni di ettari di foreste – una superficie pari a poco meno della metà dell’intero patrimonio forestale italiano – sono andate in fiamme in Siberia nel solo mese di agosto» dichiara Ispra, e prosegue «un dato senza precedenti nella storia della Russia. Per effetto di questi incendi una nuvola di fumo d’oltre 5 milioni di chilometri quadrati (una superficie più estesa dell’intero territorio dell’UE) ha avvolto gran parte del paese e le principali città siberiane, come Novosibirsk, ha attraversato l’Oceano Pacifico, raggiungendo gli Stati Uniti».
«Tra tutti gli incendi avvenuti quest’estate nelle varie regioni del globo, la preoccupazione maggiore è rivolta verso quelli della Foresta Pluviale Amazzonica, la più grande foresta tropicale del mondo. Da almeno due settimane, le fiamme stanno divorando le foreste degli stati brasiliani di Amazonas, Rondonia, Mato Grosso, Parà e del Paraguay. I satelliti hanno inviato immagini allarmanti di un fumo molto denso che ha coperto San Paolo, la più grande città del Brasile, distante migliaia di chilometri dal cuore degli incendi divampati nello stato di Rondonia e nel Paraguay. Nel corso del 2019, circa 75 mila eventi incendiari sono stati registrati nella foresta pluviale amazzonica, un numero record, quasi il doppio rispetto al numero d’incendi nello stesso periodo del 2018. L’Istituto Nazionale Brasiliano per la Ricerca Spaziale (INPE) ha rilevato che nel mese di luglio sono stati bruciati 225 mila ettari di Foresta Pluviale Amazzonica, anche questo un dato senza precedenti – il triplo rispetto a quelli del luglio 2018».
«Perché avvengono questi incendi e su questa scala? La Foresta Pluviale Amazzonica, che rimane umida per gran parte dell’anno, non brucia naturalmente. Gli incendi—come hanno testimoniato le istituzioni di ricerca e le organizzazioni non governative che operano in Amazzonia, tra cui IPAM—sono intenzionali. La responsabilità è attribuita agli agricoltori e alle grandi imprese zootecniche e agro-industriali, che usano il metodo “taglia e brucia” per liberare la terra, non solo dalla vegetazione, ma anche dalle popolazioni locali e indigene. Tutto ciò è illegale in Brasile. Ma questo è. Gli alberi vengono tagliati nei mesi di luglio e agosto, lasciati in campo per perdere umidità, successivamente bruciati, con l’idea che le ceneri possano fertilizzare il terreno. Quando ritorna la stagione delle piogge, l’umidità del terreno denudato favorisce lo sviluppo di vegetazione nuova per il bestiame»
È triste ciò che emerge e soprattutto le motivazioni per le quali la foresta Amazzonica brucia: è colpa dell’uomo. Nuovamente, ci troviamo in una situazione in cui è l’uomo la causa del suo male.
Cosa possiamo fare per aiutare il nostro pianeta nella nostra quotidianità?
Queste sono cinque piccole azioni che possiamo compiere nella vita di tutti i giorni e con estrema facilità:
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- Comprare una borraccia: un investimento che verrà sicuramente ripagato nel corso dei mesi. Usando le borracce verrà ridotto l’utilizzo di plastica e di bottigliette di plastica che vanno ad inquinare il nostro pianeta ed i nostri mari. Inoltre, l’acquisto di bottiglie di plastica è completamente inutile, considerando che vengono vendute ad un prezzo esagerato e che l’acqua è un bene primario che potete reperire in casette dell’acqua, oppure riempendo direttamente la vostra nuova borraccia dal lavandino
- Utilizzare borse di tessuto per la spesa: anche in questo caso stiamo combattendo una battaglia contro la plastica. Le borse di plastica inquinano l’ambiente e hanno un tempo di degradazione di circa 100 anni: supera di lungo l’aspettativa di vita delle persone che hanno utilizzato la borsa stessa. Utilizzare sacchetti e borse di tessuto è un win-win per tutti in quanto esse possono essere utilizzate non solo per la spesa, ma per le più disparate azioni ed inoltre hanno una durata ed una prestazione maggiore rispetto alle borse di plastica
- Riutilizziamo e ricicliamo: gli oggetti che usiamo tutti i giorni vengono molte volte considerati “usa e getta”. La durata di vita di tali oggetti è maggiore di quello che ci possiamo aspettare e possono essere utilizzati più e più volte. In caso di rottura o quando l’oggetto non è più utilizzabile è opportuno utilizzare il giusto metodo di riciclo.
- Fare acquisti più consapevoli e ponderati: molte compagnie sono eco-friendly, aiutano l’ambiente e producono prodotti con un basso tasso di inquinamento o che addirittura non inquinano.
Vi faccio un esempio: la compagnia “The Humble Brush” produce spazzolini eco-friendly con i quali vi troverete benissimo e che sono fatti in bambù, completamente degradabili nel corso del tempo. Gli spazzolini sono tra i prodotti che più sono presenti nell’inquinamento globale e ridurre l’uso di spazzolini in plastica farebbe un gran favore al nostro pianeta.
Inoltre, toccando un argomento un po’ tabù, gli assorbenti femminili sono un gran danno per il nostro pianeta poiché inquinano molto: una soluzione più eco-friendly è la coppetta mestruale: è utilizzabile mese dopo mese ed ha una durata media di circa 10 anni.
Anche le saponette, ancora meglio se di origine locale e prodotte in modo eco-sostenibile, sono perfette come sostituenti dei bagni schiuma contenuti in plastica e che hanno un maggior impatto sull’ambiente. - Ecosia: è un browser di ricerca che tramite l’utilizzo di inserzioni pubblicitarie (del tutto innocue e che potete facilmente ignorare) si procura i fondi necessari per piantare alberi. Ogni volta che utilizzate il motore di ricerca potrete vedere l’ammontare di alberi che avete piantato tramite le vostre ricerche e vi renderà un po’ più fieri di voi >> https://blog.ecosia.org/
Un saluto, e siate gentili con Madre Natura