Che cosa vuol dire “vero” su Instagram?
“Quando andavo al liceo le cose che più mettevano ansia erano: le versioni di greco, litigare con gli amici, le prime esperienze in amore e cosa fare dopo le superiori.
Se andassi oggi a scuola, avrei un’altra preoccupazione: la mia rappresentazione sui social.”
Camilla Boniardi, in arte Camihawke, è una youtuber e influencer italiana.
In questo TEDX Talk, Camilla ci offre una preziosa riflessione su come sia cambiata la percezione della realtà tramite i social, sul concetto di autorappresentazione nel mondo virtuale e su cosa si potrebbe fare per rendere i social network una dimensione un po’ meno ansiogena rispetto a quanto lo sono ora.
Bauman, filosofo polacco, sostiene che l’incertezza che attanaglia la società moderna deriva dalla trasformazione dei suoi protagonisti da produttori a consumatori. In una società che vive per il consumo, tutto si trasforma in merce, incluso l’essere umano.
Diventa così fondamentale l’apparire a tutti costi, l’apparire come valore.
Ci dice anche che, ad un certo punto, il nostro concetto di tempo è come colato. Ogni istante è diventato infinitamente gravido di scelte possibili e delle loro conseguenze. Ne segue che qualsiasi decisione noi prendiamo sarà sempre potenzialmente un po’ sbagliata, perchè ne avremmo potute prendere altre.
Sui social noi ci muoviamo sia come produttori, che come consumatori. E con il loro avvento, non è cambiato solo il modo in cui facciamo le cose, ma sono le cose stesse che facciamo ad essere cambiate. È cambiato il perché le facciamo.
Sembra quasi sia la realtà ad essere cambiata.
Il nostro concetto di tempo e il nostro modo di vivere le scelte non sono mutati a causa dei social, ma quello che i social fanno è ricordarci continuamente le conseguenze delle nostre scelte.
“Aprendo una schermata vedo foto che mi mostrano quanto le altre persone siano più fortunate in amore di me; che metrature avrebbe casa mia se avessi scelto un altro percorso di studi; dove andrei in vacanza se avessi avuto un’altra compagnia di amici e non quella che ho avuto”.
Ansia da social, perchè?
L’aspetto ansiogeno dei social network è proprio questo: ti pongono davanti agli occhi quello che avresti potuto essere se solo non fossi quello che sei, se non avessi preso le decisioni che hai preso.
Vediamo le vite degli altre come un qualcosa di così lineare, facile, bello, interessante. E noi ci sentiamo così frammentati e inadeguati. Virtuale e reale hanno iniziato a convergere e ci aspettiamo che i social e internet non rappresentino un’alternativa alla realtà, ma che ne siano una rappresentazione, che la documentino.
Se quella che noi mostriamo è la nostra rappresentazione della realtà, un po’ imbellita e decorata, possiamo credere che questa coincida con la realtà?
Quello che facciamo vedere agli altri, quello che mostriamo sui social, è il risultato di una nostra scelta ben precisa: noi scegliamo e quale realtà decidiamo di condividere con le altre persone.
Quanto accettiamo di essere ogni tanto tristi, malinconici, di fallire in qualcosa, di essere banali? E quanto accettiamo di condividerlo?
“Quando siete tristi o qualcosa non va come speravate, fateci caso. Fateci caso e postatelo a cuor leggero. Perché dovete essere consapevoli che dall’altra parte che sappiamo come ci si sente.”
Giorgia